B.B. King – Sweet Little angel (1967)
Il blues nacque in stretto rapporto con i ‘canti dei campi’ (field hollers) e con i canti di lavoro e di prigionia tipici del periodo in cui la schiavitù si era radicata negli Stati del Sud. Dopo la fine della schiavitù, al canto si aggiunse l’accompagnamento di strumenti ‘poveri’, e la chitarra conquistò un ruolo di primo piano. L’ulteriore evoluzione strumentale del blues fu legata alla progressiva appropriazione da parte dei musicisti afroamericani di strumenti (ottoni, ance, pianoforte ecc.) e generi musicali della tradizione europea. Si avviò così quel processo di commercializzazione i cui esiti si sarebbero avuti dopo la Seconda guerra mondiale. Intanto, la migrazione interna della popolazione afroamericana verso le città industriali portò alla fioritura nei grandi centri metropolitani, in particolare Memphis e Chicago, del cosiddetto city blues, stilisticamente più libero e ritmato, che venne portato al successo da Muddy Waters, Jimmi Reed, B. B. King e altri importanti musicisti.
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