Celia Cruz – Guantanamera (1966)
Per capire la varietà della musica latina americana serve andare indietro nel tempo, quando le popolazioni nord americane si stabilirono nelle regioni dell’America del sud. Già per le civiltà dei Maya e degli Atzechi canto, ballo e danza erano fondamentali nel tempo libero ma sopratutto nella comunicazione come parte di rituali religiosi e cerimonie. Tutte le civiltà precolombiane utilizzavano un’ampia varietà di strumenti percussivi e che suonano con il vento o il fiato ricavati da ossa, conchiglie e gusci di tartaruga. Con la scoperta dell’america di Cristoforo Colombo e la successiva colonizzazione, furono inseriti nuovi strumenti europei a corda come chitarra, arpa, violino, ma anche l’organo e gli strumenti a fiato. E’ proprio dall’incontro di culture e razze diverse, ognuna con i propri modi, ritmi, canti e danze, che nascono i nuovi generi della musica latina americana. Ancora oggi le popolazioni del sud America sono permeate dalle loro tradizioni musicali e sottogeneri come salsa, rumba, cha cha cha, merengue, che dalla metà del ‘900 hanno incontrato i favori del pubblico internazionale.
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