Le origini
Il termine cobalto deriva dal tedesco “kobolet” o “kobolt”, coniato da Paracelso nel XVI secolo e derivato probabilmente da “Cobulus”, un genio malvagio delle miniere che nella fantasia medievale rendeva difficile la lavorazione di certi minerali mescolando ad essi elementi improduttivi e sconosciuti (come appunto il cobalto).
Il Cobalto fu originariamente scoperto nell’VIII e nel IX secolo, dove veniva usato per decorare ceramiche e gioielli. In Cina, il cobalto è stato il pigmento scelto per gli iconici modelli di porcellana blu e bianca emersi nella regione. Una versione più pura fu scoperta dal chimico francese Louis Jacques Thénard nel 1802 e, non molto tempo dopo, iniziò la produzione commerciale in Francia.
Questo pigmento presentò grandi vantaggi per i pittori dell’epoca poiché era molto stabile e facilitava l’asciugatura della pittura ad olio. Artisti come Pierre-Auguste Renoir e Vincent van Gogh hanno utilizzato il cobalto in molte delle loro opere iconiche – compresa la The Starry Night (1889), immediatamente riconoscibile.
Nel campo della psicologia, questo colore esprime sicurezza e confidenza, pace e tranquillità. Non è un caso che venga usato molto spesso per promuovere la meditazione, lo yoga e il rilassamento della mente. Secondo gli psicologi, riduce lo stress, calma il respiro e aiuta a ritrovare il controllo sui propri pensieri.